E’ comprensibile il fatto che a Terni si seguano con particolare attenzione le vicende relative alle tre società Cesena, Bari ed Avellino, bocciate al primo esame dalla Covisoc, perchè in ballo potrebbe esserci il ripescaggio.
E le notizie che arrivano da Cesena parlano di una situazione ormai non più sanabile con la società che è pronta a portare i libri in tribunale ottemperando anche all’istanza di fallimento avanzata dalla Procura di Forlì. Lugaresi ha tenuto in sospeso le ansie e le speranze dei tifosi romagnoli, a dire il vero la maggior parte di essi preferiscono che termini la lenta ed angosciante agonia e ripartire dalla serie D, ma dopo il fallimento della trattativa con la cordata di imprenditori lombardi il destino sembra segnato. Così almeno scrivono i quotidiani ed i siti che si interessano del Cesena Calcio.
Situazione analoga a Bari dove il quotidiano La Repubblica, la notizia ripresa, poi, da altri organi di stampa, riferisce di una visita in sede della Guardia di Finanza e di una istanza di fallimento depositata dalla Procura della Repubblica di Bari. Provvedimento che acuisce ancora di più lo stato di crisi della società pugliese che per salvarsi deve mettere sul piatto oltre tre milioni di euro ma poi ci sono gli altri debiti da onorare e che non sono di poca entità oltre ai compensi a giocatori e dipendenti e relativi contributi. Il quotidiano, poi, riferisce anche dell’esistenza di 14 decreti ingiuntivi.
Insomma, trovare chi si voglia avventurare in un ginepraio simile crediamo sia estremamente difficile con i tempi brevissimi a disposizione.
E poi c’è l’Avellino. In casa della società irpina minimizzano quella che è la problematica e delle tre dovrebbe essere la società che è messa meglio per sanare la propria posizione con il ricorso.
Ricordiamo che il ricorso deve essere presentato, con la relativa documentazione dell’assolvimento degli obblighi segnalati dalla Covisoc in prima istanza, entro le 19 di lunedì 16 luglio.
Ed è naturale che a Terni si segua con particolare attenzione ciò che avviene in casa delle tre società segnalate sopra ed incorse nei fulmini dei provvedimenti della COVISOC.