FdI non supera il 20% e distrugge le ambizioni della vittoria del centrodestra. La sconfitta del potentato: partendo da Zaffini, Prisco e Squarta dove l’autoreferenzialità è indubbiamente sovrana. Presunzione e personalismo, la sconfitta di personaggi che già davano per vincenti prima del via i loro adepti ne è l’esempio di una visione sbagliata. La compagine della Meloni sarà rappresentata da chi ha fatto veramente campagna elettorale senza supponenza e con capacità personali. Paola Agabiti, Eleonora Pace e Matteo Giambartolomei, sponsorizzato oltremisura a Terni.
Il centrodestra si presentava per confermare la Tesei e i presupposti c’erano tutti, indolenza e mancanza di visione sono gli elementi determinanti di una sconfitta che non potrà essere indolore. Dopo Terni, Perugia ora è stata la volta della Regione, sempre con FdI che inevitabilmente dovrà caricarsi le responsabilità. Pochi ternani in lizza nelle liste, poca partecipazione, personalismo senza focus sul territorio e impressionante incapacità sulle problematiche del territorio. Fino a quando si ragionerà solo per territorio e solamente sul dominus Perugia il risultato non potrà cambiare mai.
Il 2019 straordinario frutto delle elezioni anticipate, del contenitore Lega a quasi il 40% non è stata politica ma solamente una opportunità senza scelta con un gruppo omogeneo nemmeno del territorio. Voti occasionali senza costrutto. L’occasione mancata di oggi ne è la semplice conseguenza. Si torna indietro nel tempo e qualcuno al comando dovrebbe farsi delle domande visto che le risposte sono indubbiamente negative più del previsto. La politica non è prevedibile ma sicuramente è percorribile nella logica dei futuri scenari, il centrodestra nella storia della regione ha comandato solo per cinque anni e non è stato rieletto, una motivazione sarebbe opportuno darla.