Studio della UIL con sorpresa. Tutti a lamentarci delle cartelle della TARI e, a quanto pare, in base a questi calcoli del sindacato la TARI, perlomeno a Terni, non solo non è aumentata ma anzi è diminuita del 7% nell’ultimo quinquennio. Tutto ciò in evidente contrasto con quanto avviene nella vicina Perugia.
L’approfondimento della UIL Umbria e del CAF UIL Umbria ha consentito di far emergere la situazione in questa regione, dove i due capoluoghi si sono mossi negli ultimi anni in direzioni opposte. Per quanto concerne Perugia, infatti, la tariffa TARI era di 305,36 euro nel 2016 ed è poi aumentata gradualmente negli anni fino a raggiungere i 347,38 euro del 2020 con un incremento di +3% rispetto al 2019 e segnando un + 13,8% nell’intero periodo. Il dato del capoluogo regionale registra un consistente allontanamento rispetto alla media nazionale che era di circa +6 euro nel 2016 ed è invece salita a +41 euro nel 2020. Diversa come dicevamo la situazione di Terni, che si mantiene nei cinque anni costantemente al di sotto della media nazionale ed anzi ampliandone il divario passato da circa -24 euro annui differenza nel 2016 agli attuali -50 euro. Tradotto in soldoni significa una tariffa annuale del 2020 pari a 256,40, ferma ormai da tre anni, ma anche un calo nel periodo 2016-2020 del -7%. Questo significa un risparmio consistente dei ternani rispetto ai perugini, che si è andato consolidando col trascorrere degli anni, passando da una differenza in meno di circa 30 euro annui nel 2016 agli attuali 51 euro.
Secondo Gino Venturi, Segretario Confederale della UIL dell’Umbria e Luciano Marini, Presidente del CAF UIL dell’Umbria, dai dati scaturiti dallo studio emerge che, se nell’anno del Covid-19, la maggior parte delle città italiane ha deciso di lasciare inalterate le tariffe della TARI, in Umbria invece, a livello di capoluoghi, si è verificato solo a Terni e non anche a Perugia. Resta il dato di fatto che la TARI è una tassa che pesa significativamente sul bilancio delle famiglie, a fronte di un servizio che presenta ampi margini di miglioramento per diventare effettivamente efficiente ed efficace. Le tariffe della TARI, infatti, dovrebbero consentire non solo la copertura dei costi di gestione del servizio ma anche consentire margini di investimenti da destinare alle infrastrutture inerenti al ciclo integrato dei rifiuti, per migliorare la qualità del servizio percepito dai cittadini. E’ di assoluta evidenza che una parte delle risorse in arrivo con il pacchetto Next Generation EU, debbano andare a finanziare adeguate politiche di investimento in questo settore nevralgico per la qualità dell’ambiente e migliorare la vita dei cittadini. E, “last but not least” agire con fermezza e decisione sull’evasione della tassa oltre che sui crediti insoluti che finiscono per gravare altrimenti sulle tasche dei contribuenti onesti.