Negli ultimi 4 anni a Terni la TARI è aumentata del 6.9% mentre a Perugia è diminuita del 8.9 % ma in termini assoluti continuiamo a pagare di meno rispetto alla città capoluogo di Regione.
Lo rivela uno studio della UIL Servizi Politiche Territoriali che ha confrontato 100 città capoluogo di Provincia prendendo in esame una famiglia con una casa di 80 mq e 4 componenti con un reddito ISEE di 17.812 euro.
Per quanto riguarda Terni, nel 2015 si pagava 257 euro, nel 2015 euro 273.23, nel 2016 euro 275,64 mentre nel 2017 euro 274.62. Quindi in 4 anni dalla sua nascita la TARI è aumentata per i ternani del 6.9 %.
A Perugia invece si registra una diminuzione del 8.9% passando dai dai 336 euro del 2014 ai 305,97 euro del 2017. Una diminuzione di circa 30 euro .
“Tuttavia – si nota nello studio della UIL – anche attualmente si paga di più a Perugia dove nelle stesse condizioni la famiglia deve tirar fuori quest’anno 306 euro contro i 274 di Terni. Quindi a Terni si spendono per la TARI 32 euro di meno di Perugia.”
Pur essendo il costo decisamente più contenuto a Terni si registra, contrariamente che a Perugia, una tendenza all’aumento. Naturalmente, in ogni caso, qualora il Comune andasse in disseto l’aumento sarebbe decisamente consistente e certo. Il primo effetto dell’arrivo del commissario sarebbe quello dell’aumento di tasse e tariffe.
Tornando all’indagine, rispetto alle provincie limitrofe: attualmente con i suoi 274 euro Terni paga decisamente meno di Rieti (355 euro) ma decisamente di più di Viterbo (223,53 euro). La tariffa che si paga a Terni è anche inferiore alla media nazionale (294.97 euro) ma l’aumento nei 4 anni è con il suo + 6.9% maggiore di quello medio nazionale (+1.1 %).
Per curiosità: le città con la tariffa più alta sono Agrigento con 473.58 euro, Pisa con 473,10 euro e Benevento con 469.59 euro. Quelle più virtuose invece sono Belluno con 149.79 euro, Novara con 165.48 euro e Macerata con 175.38 euro.
L’aumento più consistente si registra a Matera (+49.4%), Cremona (+ 43.4%), Brindisi (+40.4%9 e Torino (+34.1%). Ma ci sono città dove la tariffa nei 4 anni è decisamente diminuita. In testa Avellino con una riduzione del 15.9%, Pavia (-13.4%) e Belluno (-12.6%).
“Per quanto riguarda Terni – commenta Gino Venturi segretario provinciale della UIL Terni – preoccupa la tendenza all’aumento ma prendiamo atto con piacere che la tariffa non è comunque tra le più alte. Dobbiamo porre però ogni attenzione per una maggiore efficienza del servizio e al contenimento dei costi di gestione per non aumentare la spesa per le famiglie e non dimenticando che una forte pressione fiscale non sarebbe certo un elemento attrattivo neanche per gli investimenti produttivi e quindi per lo sviluppo del nostro territorio.”