E’ tutta colpa di Emanuele Fiorini – si cerca di sdrammatizzare, ovviamente.
L’agente di polizia municipale finito sotto procedimento, infatti, lo è a causa di un commento a un suo post su Facebook.
“Chiedo scusa al dipendente comunale che si è trovato in una spiacevole situazione con i suoi superiori per aver commentato un mio post – scrive oggi il consigliere Fiorini – se pensano di fermarmi punendo i più deboli, per colpire chi realmente non riescono né a smentire né a fermare, sappiano che la loro è una strategia ridicola.
Mi dispiace quello che è accaduto – aggiunge il consigliere – non voglio immaginare che una persona si sia trovata in questa situazione perché ha commentato un mio post, perché, alla fine, il suo commento non ha in nessun modo leso l’immagine dell’amministrazione. È la stessa amministrazione ad aver leso da sola la sua immagine perché in torto ma se proprio vogliamo analizzare fino in fondo il commento del dipendente comunale, forse può essere accusato di aver leso il mio operato.
Ma Fiorini, essendo l’antisistema vero, va fermato con qualunque mezzo, anche attaccando i più deboli. Questa volta però i Dirigenti e l’assessora Scarcia sono scivolati su una buccia di banana.
I Dirigenti da 100 mila euro l’anno dovrebbero pensare a questioni più serie – per esempio a chi, forse, ha causato un danno erariale all’ente – e non a scrivere cialtronerie del tipo che il contenuto del commento Facebook del dipendente comunale è ‘lesivo del buon nome dell’amministrazione Comunale’.
E questo è accaduto quando l’amministrazione aveva già commesso un abuso.
A noi Consiglieri Comunali, infatti, a fronte di richiesta di accesso agli atti, devono fornire la documentazione entro 10 giorni mentre è accaduto che siano passati due mesi. Questo sarebbe il buon nome dell’amministrazione?
Ribadisco che se l’intento è di colpire i più deboli per colpire me, è una strategia ridicola, non mi fermerete.
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