Questa mattina, nella Casa circondariale di Terni, un ispettore del Corpo di Polizia Penitenziaria è stato aggredito verbalmente da un detenuto. Ferma la denuncia della Segreteria Nazionale dell’Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe.
“Speriamo finisca presto questo massacro nei confronti della Polizia Penitenziaria, denuncia il Segretario Nazionale umbro del Sappe Fabrizio Bonino, anche con strumenti idonei per garantire l’incolumità degli agenti. Servono – e il Sappe lo rivendica da tempo, inascoltato dalle istituzioni deputate ad intervenire – urgenti provvedimenti per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a Polizia di Stato e Carabinieri, ossia pistola “taser” e spray al peperoncino e l’istituzione in ogni carcere una Sezione custodiale chiusa dove allocare e vigilare i detenuti più facinorosi o che si rendono protagonisti di episodi di violenza minacce nei confronti del personale”.
Bonino spiega che “questa mattina un detenuto di 48 anni, ristretto nel carcere ternano per ricettazione, estorsione ed altro e non nuovo a simili arie di sopraffazione nei confronti di detenuti e personale penitenziario, ha aggredito verbalmente un ispettore di Polizia Penitenziaria nel pieno esercizio delle sue funzioni. Si è sfiorato il peggio, se non fosse stata per la fermezza dell’ispettore che, nonostante tutto, faccia a faccia con il detenuto e pesantemente istigato, non cedeva alle provocazioni del ristretto. L’ispettore, impegnato per l’individuazione di posti da assegnare a 5 detenuti nuovi, veniva avvicinato dal ristretto all’interno del reparto che con l’agitare le mani a modo di colpire alla testa e avvicinandosi petto a petto con l’ispettore con sguardo torvo, aggrediva da subito e in modo pesante e vessatorio, tentando così di intimidirlo mediante minacce. Il sottufficiale, visibilmentescosso e in stato di agitazione, veniva accompagnato in infermeria dopo l’intervento del personale di Polizia Penitenziaria. Con parametri vitali alterati, veniva posto in osservazione e dimesso con un giorno di prognosi. Un gesto che non può rimanere impunito e si chiede ad alta voce che venga attuata ogni azione penale e disciplinare del caso, valutando l’istituto del trasferimento per ragioni di sicurezza, anche a tutela dello stesso sottufficiale”.
Donato Capece, segretario generale del Sappe, esprime vicinanza ai colleghi di Terni e denuncia: “quel che è accaduto ci ricorda per l’ennesima volta quanto sia pericoloso lavorare in un penitenziario. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. Rinnoviamo, alla luce del grave fatto accaduto a Terni, la richiesta di un incontro con i vertici del Ministero della Giustizia e dell’Amministrazione Penitenziaria per affrontare gli eventuali interventi da adottare, come ad esempio proprio le tutele da assicurare al personale in servizio”.
Il Sappe ricorda i numeri delle carceri e dell’esecuzione della pena in Italia: alla data del 30 giugno scorso, erano nelle carceri del Paese 53.579 detenuti rispetto alla capienza regolamentare di poco meno di 50mila posti. Gli stranieri ristretti nelle nostre carceri sono 17.510 (il 32,68%). Ben 102.604 i soggetti seguiti dagli Uffici di esecuzione penale esterna, 1.348 i minorenni e giovani adulti presenti nei servizi residenziali e 13.279 quelli in carico ai servizi della Giustizia minorile.
Nel carcere di Terni erano ristrette 504 persone, 228 gli imputati, 276 i condannati.