Si firma con nome e cognome e racconta la disavventura che è capitata a sua nonna due giorni fa, in ospedale, a Terni.
La situazione di caos, ormai quotidiano, porta anche al verificarsi di situazioni impensabili. Al di là dei numeri diffusi dal direttore dell’azienda ospedaliera Andrea Casciari , tutti positivi, resta una situazione di disagio diffuso avvertito dai pazienti e dai loro famigliari che sono i primi a farne le spese insieme al personale che vi lavora in condizioni estreme.
Questo il breve racconto della nostra lettrice.
Vorrei segnalarvi l’ultimo avvenimento spiacevole verificatosi giovedì 12 ottobre in pronto soccorso di Terni. Mia nonna 87enne allettata, portatrice di PEG, con demenza, Alzheimer e Parkinson viene inviata all’osservazione del Pronto Soccorso per accertamenti. Premetto che è stata ricoverata quasi sempre in ospedale in questi tre mesi per problemi di broncopolmonite, scompenso cardiaco, fibrillazione atriale. Arriviamo in Pronto Soccorso alle ore 12.30 circa e viene dimessa alle ore 20.30
Riportata a casa con ambulanza , a casa ci siamo accorti che portava l’ago in vena e flebo aperta e ancora attaccata ( il sangue era defluito indietro), sporca di bisogni dalla mattina. Abbiamo dovuto richiamare l’operatore del 118 per fare risolvere la situazione, con sollecitazione del 112. Mi chiedo sinceramente se è possibile tutto ciò, se è possibile dimettere i pazienti in queste condizioni….. Eppure l’esperienza passata in reparti di Geriatria e Clinica Medica non era stata così spiacevole; colgo questa occasione per ringraziarli della loro grande umanità e infinito cuore con cui si sono presi cura della mia nonna… Fortunatamente esistono ancora sanitari come loro!
Ps: Era anche disidrata quando ce l’hanno riportata