Ancora tensioni nella casa circondariale di Terni, ancora una volta a rimetterci è un poliziotto. Lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, per voce del segretario dell’Umbria Fabrizio Bonino: “Ieri pomeriggio, verso le 17, un detenuto di origine nigeriana, ristretto per reati di droga, ha incendiato il materasso e le suppellettili all’interno della propria cella a seguito del diniego di essere ubicato in un’altra sezione detentiva, dove già si era reso protagonista di azioni di violenza contro altri detenuti. Nell’immediato, il poliziotto addetto alla vigilanza della sezione allertava la Sorveglianza Generale, mettendo allo stesso tempo in salvo il resto dei detenuti, visto il fumo nero che rendeva l’aria irrespirabile”.
Il sindacalista evidenzia che, ancora una volta, “la situazione non ha avuto conseguenze peggiori solo grazie alla prontezza e al coraggio del poliziotto per il quale, visitato al termine dell’emergenza, i sanitari hanno stabilito una prognosi di sette giorni per inalazione di fumi tossici. Un comportamento eroico, che mi auguro venga segnalato alla Commissione ministeriale per le ricompense affinché gli venga riconosciuto il giusto riconoscimento”.
“Basta con queste barbare violenze, basta con queste gravi situazioni di rischio!”, tuona Donato Capece, segretario generale del Sappe.
“Rivendichiamo tutele e garanzie funzionali, nuovi strumenti che migliorino il servizio della Polizia Penitenziaria, bodycam e taser su tutti, nuovi protocolli operativi e soprattutto tutele legali. La situazione nel carcere di Terni e del personale di Polizia Penitenziaria che in esso lavora ogni giorno con grande abnegazione, ma altrettanto seri pericoli, è veramente al limite della sopportazione. Le autorità amministrative e politiche non si sottraggano alle loro precise responsabilità per assicurare a Terni dignità e sicurezza a chi vi in esso lavora e vi è detenuto”.
“Prevediamo un’estate di fuoco se non si prenderanno immediatamente provvedimenti concreti e risolutivi. Il personale di Polizia Penitenziaria è allo stremo e, pur lavorando più di 10/12 ore al giorno, non riesce più a garantire i livelli minimi di sicurezza. Fino a quando potrà reggere questa situazione?”. “Non è più rinviabile”, conclude il leader del Sappe, che per questo si appella alle Autorità istituzionali e politiche, “dotare al più presto anche la Polizia Penitenziaria del taser e di ogni altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”.