Ancora un gravissimo episodio di violenza nella Casa Circondariale di Terni nella serata di lunedì scorso. Un detenuto tunisino di 26 anni – si legge in una nota firmata da Romina Raggi e Francesco Petrelli del Sappe – “scaricato dalla Toscana” per ordine e sicurezza nelle carceri umbre, prima a Spoleto poi a Terni, attenzionato Isis, si è reso protagonista di una serie di episodi violenti, iniziati nell’istituto ternano dal pomeriggio e continuati all’ospedale, dove era stato accompagnato per aver ingerito a suo dire lamette e pile come gesti autolesionistici. La serie inaudita di episodi violenti, per futili motivi, è iniziata con gesti di autolesionismo e con l’aggressione del poliziotto addetto alla sorveglianza della sezione che è stato trovato a terra, da quanto ci riferiscono, colpito da un malore. Non contento il detenuto ha aggredito un altro poliziotto afferrandolo con forza per la giacca e solo l’intervento di altro personale ha evitato il peggio. Disposto dal sanitario di turno l’accompagnamento in ospedale per gli accertamenti in merito all’ingestione di pile e lamette, al Pronto soccorso ha dato di nuovo in escandescenza urlando frasi sconnesse e minacciando i presenti, contenuto a fatica dalla Polizia Penitenziaria (poca) di scorta. Ma l’episodio più grave si è verificato quando il tunisino è stato momentaneamente allocato in osservazione al reparto “testa-collo”, quando, oltre a mettere in atto comportamenti provocatori verso il personale di scorta, sputando verso di loro, lanciando le bende sporche di sangue con cui era stato medicato e imbrattando i muri del reparto, seminava il panico insultando anche le persone ricoverate nel reparto, comprese le donne ed i bambini presenti. Minacciava il Personale di scorta dicendo che gli avrebbe tolto la pistola e gli avrebbe sparato, che alla prima occasione li avrebbe accoltellati tutti. Tutto questo in piena notte, fino a che non si è reso necessario anche l’intervento ed il supporto della Polizia di Stato alle 4 del mattino. Il personale di Polizia Penitenziaria non ce la fa più a gestire da sola situazioni come questa, ormai all’ordine del giorno, con episodi di violenza come questi che, purtroppo, hanno coinvolto persone innocenti, persone comuni che si trovano in ospedale perché veramente malate e bisognose di cure e tranquillità. Non chiediamo solo maggior tutela per la Polizia Penitenziaria – scrivono Romina Raggi e Francesco Petrelli – ma anche per tutti gli operatori dell’Istituto di Sabbione e per tutti coloro che, loro malgrado, sono costretti ad essere spettatori inermi, in balia di chi pensa che qualunque violenza gli sia concessa e perdonata. Sappe e Sinappe chiedono alle istituzioni locali un intervento presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per convincere l’assente Amministrazione Penitenziaria ad inviare personale negli istituti umbri, ormai con organici ridotti e convincere il Provveditorato a bloccare i continui trasferimenti in entrata di tali tipologie di detenuti.