“Un tornado, una tempesta tropicale improvvisa, repentina e distruttiva ha distrutto la vita del caro don Edmund in maniera violenta e brutale”.
Ha scelto una metafora meteorologica il vescovo di Terni, Mons. Giuseppe Piemontese, per spiegare la morte improvvisa, avvenuta a causa di un incidente stradale, di don Edmund Kaminski, parroco di San Matteo a Campitello. In tantissimi, centinaia e centinaia di persone si sono radunate nel piazzale antistante la chiesa per rendergli l’ultimo saluto a testimonianza di quanto appartenesse a quella comunità e di quanto fosse amato e apprezzato. Due foto poste ai lati dell’ingresso della chiesa ritraggono don Edmund in bicicletta (un’altra sua grande passione) e in Africa tra i bambini del Congo.
Presenti, insieme a una settantina di sacerdoti e diaconi anche i famigliari del sacerdote polacco, la mamma Eugenia, , il fratello Casimiro e la sorella Anna.
Nonostante le precarie condizioni di salute la celebrazione è stata officiata dal vescovo Piemontese.
“Noi, lambiti da tale tempesta – ha aggiunto Mons. Piemontese – siamo ancora increduli che don Edmund non sia più tra noi”.
Il vescovo nella sua omelia ha fatto riferimento ad altre morti recenti che hanno particolarmente colpito l’opinione pubblica.
“La morte di don Edmund è l’ennesimo dramma, imprevisto, inaspettato e deflagrante del tempo del coronavirus. I nostri territori non sono stati spettatori di tragici cortei di morte ma la pandemia e la tragedia ci hanno ugualmente colpiti centellinando ad uno ad uno la scomparsa dei nostri cari che abbiamo pianto e onorato con la preghiera. La nostra Terni ultimamente è stata colta da un sussulto tragico e imprevisto, un susseguirsi cadenzato di alcune morti che hanno scosso migliaia di cittadini legati da affetto, amicizia e stima per coloro che sono andati. Vogliamo ricordarne solo alcuni: i due adolescenti Flavio e Gianluca morti nel sonno dopo aver assunto una miscela letale di metadone e altre veleni; un altro lutto ha colpito la nostra città, la morte improvvisa e prematura del notaio Fulvio Sbrolli, professionista competente e lungimirante e nello stesso tempo cristiano generoso e illuminato, la città di Terni ha perso uno dei suoi figli migliori, artigiano di cultura, amico fraterno di don Edmund”.
Ricordando don Edmund il vescovo ha parlato di “uomo all’altezza dei tempi , cristiano generoso e sacerdote zelante; un uomo semplice, mite, sempre sorridente, spirito avventuroso, sportivo, dal tratto signorile con buone relazioni verso tutti”.
Sottolineata la sua missione nel Congo, a Ntambue. Il vescovo africano ha mandato un messaggio che è stato letto da Mons.Piemontese:” contento della sua missione, don Edmund si è inculturato subito e parlava bene la nostra lingua, ha accettato di vivere come noi, nella nostra povertà , ignoranza, guerra, senza paura o lamentazioni. Con tanta umiltà si è impegnato a lavorare nella pastorale, con semplicità e molta attenzione ai più poveri. Mangiava tutto come un africano e dormiva come loro, senza orgoglio, tanta umiltà e discrezione. Si è africanizzato”.
“Non vi nascondo – ha aggiunto il vescovo – che verso di lui ho nutrito una stima particolare affidandogli complesse responsabilità che egli ha accolto con sincera adesione. La visita pastorale è stata una ulteriore conferma del suo zelo”.
Rivolgendosi alla comunità parrocchiale di San Matteo, Mons. Piemontese ha detto:”il vostro pastore è stato trasferito in un altro campo di Dio, in pascoli erbosi da dove continuerà ad aver cura della comunità intera e di ciascuno di voi che vi foste affidati, 15 anni addietro, e che egli ha imparato a conoscere singolarmente e personalmente”.
Qualche settimana fa, ha ricordato il vescovo, don Edmund ha messo a disposizione il suo mandato nella parrocchia : “non chiedo di cambiare ma sono disponibile”. “Credo sia stato un presagio, ora il pastore supremo del gregge ha deciso di trasferirlo”.
“Questa comunità cristiana chiude un meraviglioso capitolo della propria storia e ne apre uno nuovo , arricchita della guida di don Edmund continuando a sperimentare la sua assistenza spirituale e aprendosi a nuove prospettive di fede e di evangelizzazione in questo tempo di coronavirus. Non tutto sarà come prima, bisognerà provvedere a un nuovo parroco, la qualcosa non sarà facile, soprattutto perché i sacerdoti sono pochi”.
E qui Mons. Piemontese ha lanciato un grido di allarme sulla crisi delle vocazioni: “un’impresa per tutta la diocesi che ha davanti a se tempi difficili e di scarsezza di ministri. In 6 anni di mio ministero pastorale qui a Terni, sono morti 19 sacerdoti mentre ne ho ordinato 1 solo per la diocesi”.
Alla fine dei funerali il feretro è stato riportato nella “sua” chiesa. Dopo la veglia funebre, giovedì mattina sarà temporaneamente trasferito nella cappella dei salesiani presso il cimitero di Terni in attesa di essere traslato in Polonia.
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L’INIZIO DEI FUNERALI
تم النشر بواسطة Terni in Rete في الأربعاء، ٢٩ يوليو ٢٠٢٠
IL RICORDO DEI PARROCCHIANI, DEGLI AMICI CICLISTI, DELLA COMUNITA’ POLACCA
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