L’Archivio di Stato di Terni ha ricordato uno dei suoi figli più illustri: Giovanni D’Astoli. Giornalista, scrittore, critico d’arte, politico liberale, primo conservatore e direttore della Pinacoteca Comunale – strutturata nel 1964 grazie all’opera congiunta di Piero Adorno, all’epoca assessore alla Cultura – e del Museo archeologico, cultore di storia locale, uomo complesso nel suo essere, ma testimone indiscutibile della storia di Terni per oltre settant’anni dell’ultimo secolo.
A Palazzo Mazzancolli alcuni intellettuali per conoscenza diretta, o per affinità di pensiero, hanno ricordato varii aspetti di un personaggio che ha saputo spendere la propria vita nelle più variegate e creative esperienze culturali.
“Conobbi Giovanni D’Astoli quando era conservatore della pinacoteca nonché segretario del partito Liberale. Io ero un ragazzo, ricorda il professor Dario Guardalben, mi avvicinavo allora alla vita politica e lui fu la mia guida, il mio mentore. Straordinaria persona per cultura e per sensibilità politica ed umana. È stata una guida a cui mi sono ispirato nei lunghi anni in cui mi sono dedicato all’attività pubblica che ora ho lasciato con grande nostalgia. D’Astoli incarnava un liberalismo che ovviamente si poggiava sulla libertà e lui diceva sempre non ci sono le libertà, ma la libertà. Libertà integrale dello spirito innanzitutto, ma anche dal bisogno e infatti abbracciò in quegli anni la teoria del ‘Libelab’, quel particolare connubio tra liberalismo e laburismo che coniugava la libertà individuale e politica naturalmente ideale, ma anche le libertà dal bisogno e quindi la necessità di venire incontro alle esigenze economiche delle classi più disagiate.”
“Giovanni D’Astoli ha aderito alla Loggia alla Loggia Giuseppe Petroni negli anni 50. Entrò da buon liberale in Massoneria, ha evidenziato il professor Sergio Bellezza, dove salì presto i gradi fino ad arrivare a quello di Maestro e a diventare l’oratore della Loggia. Diede un grosso contributo alla vita e allo sviluppo della Loggia stessa confortato dalla stima e dell’affetto di tutti fratelli che gli chiedevano anche lavori di una certa importanza come ad esempio sulla situazione politica a Terni, sulla consistenza della Resistenza locale. Compiti difficili in un momento altrettanto difficile. Lui esercitò con equilibrio con passione e soprattutto con correttezza. Giovanni D’Astoli ha conservato la stima e la considerazione di tutti a cominciare da questa città che oggi lo inserisce nella sua toponomastica”.
Infatti presso i giardini di via Vannucci, in prossimità di Piazza delle Arti, è stata posta una targa autoportante a cura dei famigliari, eseguita da artigiani locali, in ricordo dell’intellettuale ternano. L’omaggio al D’Astoli così recita “Giovanni D’Astoli Giornalista scrittore critico d’arte politico liberale Primo Conservatore della Pinacoteca e Museo Archeologico 1963-1980”.
Al termine dell’incontro all’Archivio di Stato è stata inaugurata la mostra documentaria “D’Astoli giornalista, critico d’arte, politico liberale, cultore e divulgatore di storia locale” a cura del funzionario archivista Rosalia Di Leo.
L’esposizione è visitabile fino all’11 novembre lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9 alle 13, martedì e giovedì anche dalle ore 14 alle 17.30.