I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Terni hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 4 persone ritenute a vario titolo responsabili dei reati di traffico e detenzione a fini dello spaccio di sostanze stupefacenti, abbandono di persona incapace e riciclaggio.
I particolari delle indagini svolte sono stati illustrati dal Procuratore Alberto Liguori e dal Sostituto Procuratore Marco Stramaglia nel corso di una conferenza stampa al Comando Provinciale di via Radice.
“Ancora una volta rimango colpito da questa città. Siamo alla frutta”.
Così il Procuratore Alberto Liguori ha commentato l’operazione “Picasso” dei carabinieri.
“È un fatto di una gravità inaudita. Miseria, nobiltà e crudeltà, ha aggiunto, in un’inchiesta da manuale. Questa è l’Arma dei Carabinieri che conosciamo”.
Tutto è iniziato la notte del 27 aprile, durante il lockdown imposto dall’emergenza pandemica, quando in seguito ad un “festino” a base di alcool e droga organizzato in un appartamento in una via del centro cittadino, un tossicodipendente di 30 anni ha accusato un serio malore: non riusciva a respirare e perdeva sangue dalla bocca e dal naso. Invece di chiamare i soccorsi, il proprietario di casa – figura chiave di tutta l’indagine, quello che non ha problemi di soldi ed organizza i festini a base di stupefacenti – ha chiamato due pusher fidati che hanno trasportato il ragazzo, esanime, in strada e li l’hanno lasciato, “come un sacco di patate” ha commentato il Procuratore. Fortunatamente il 30enne è stato notato da un netturbino che ha subito avvertito il 118 ed una pattuglia della Sezione Radiomobile dei carabinieri. Dopo alcuni giorni di coma il giovane si è ripreso.
Le immagini di videosorveglianza hanno consentito ai militari di identificare i quattro responsabili e di avviare l’attività investigativa sviluppata utilizzando metodi d’indagine di natura tradizionale supportati da attività tecniche. È così che sono finiti in carcere due ternani di 61 e 47 anni, una ternana di 46 anni ed un marocchino irregolare di 26 anni mentre un ternano di 55 anni ed un albanese di 28 anni sono stati denunciati. Altre due persone erano già state arrestate in flagranza di reato.
I carabinieri hanno delineato le singole condotte del sodalizio dedito non solo ai festini a base di droga, ma anche allo spaccio di cocaina e GHB, la cosiddetta “droga dello stupro” che in questo caso veniva usata per avere ‘maggiori prestazioni’, per uno ‘sballo’ superiore. Gli investigatori hanno riscontrato numerose cessioni di stupefacente: 365 gr di cocaina e 500 ml di GHB. Il giro di affari si aggirava intorno ai 40.000 euro, il riciclaggio, provento dell’attività di spaccio, intorno ai 25.000 euro, soldi, questi ultimi diretti ad un conto corrente estero acceso a Malaga in Spagna (che ha dato i natali al celebre artista Pablo Picasso e da qui il nome dell’operazione). Il marocchino, infatti, che spendeva 1000 euro al giorno per comprare la droga, essendo irregolare non poteva avere un conto corrente, per questo usava quello messogli a disposizione da un ternano per inviare il denaro provento dello spaccio alla propria famiglia. Questo è il ternano organizzatore di festini che è stato arrestato a giugno in flagranza di reato, subito dopo aver effettuato – in una filiale del centro cittadino – l’ultimo dei tre bonifici indirizzati alla sorella del marocchino.
Durante l’operazione ‘Picasso’ sono stati sequestrati 130 ml di GHB.
Di tutto rispetto il curriculum dei quattro arrestati: tutti hanno precedenti specifici per droga, con vari arresti, ma non sono finiti in carcere. Il marocchino dal carcere era uscito appena a marzo, il tempo di riprendere i vecchi rapporti e ad aprile era già in piena attività