All’indomani dell’operazione antidroga dei Carabinieri di Terni, denominata ‘Silvia’, che ha portato all’arresto di 4 persone mentre altro due sono ricercate, emergono nuovi particolari sulle modalità di spaccio della droga, in grandissima parte cocaina.
Il fulcro del gruppo criminale E.H.J. un marocchino di 30 anni, dopo essersi assicurato la fornitura periodica ed averla nascosta nel bosco, rimaneva in attesa del contatto diretto (normalmente personale e non telefonico) da parte dei suoi clienti. Questi si dividevano in “fidati” (poiché di vecchia data) e “meno fidati” (poiché di recente aquisizione al portafoglio). La seconda tipologia di cliente veniva soddisfatta della richiesta di droga dai suoi “galoppini”: dopo essere stato contattato dava al cliente un appuntamento in una zona della città dove questi avrebbe trovato il suo scagnozzo che gli indicava dove recuperare lo stupefacente. Le richieste dei clienti più fidati, invece, venivano soddisfatte in maniera diversa: dopo il contatto il marocchino faceva nascondere da uno dei suoi galoppini lo stupefacente richiesto in un luogo specifico, dove l’acquirente andava a prelevarlo all’orario convenuto, normalmente un barattolo di vetro sotterrato in una zona cittadina boschiva, oppure in un pacchetto di sigarette inserito fra le crepe di un muro. Ogni acquirente conosceva il suo personale nascondiglio concordato. Le modalità di pagamento, però, erano identiche per tutti: dopo aver recuperato la droga, in contanti e di persona al magrebino.