Mercoledì 26 agostosi chiude la stagione teatrale che ha visto Stefano de Majo protagonista di cinque diversi spettacoli che ogni due settimane, da inizio luglio a fine agosto, hanno portato il teatro al mercoledì sul lago di Piediluco.
Una rassegna che ha fatto sempre il tutto esaurito, a coronamento di tre anni di stagioni teatrali a cura dell’attore ternano, nate sul battello e ora per la grande richiesta, oltre al distanziamento Covid, “sbarcate” nel teatro sul lago.
Lo spettacolo su Rino Gaetano racconterà, nel consueto stile metateatrale e affabulatorio di Stefano de Majo, non solo la vita e l’opera del cantautore, che ha avuto contatti anche nel nostro territorio avendo frequentato le scuole medie a Narni, presso il collegio del locale seminario dei frati, ove emerse la sua vena poetica avendo scritto nel periodo narnese il suo poema “E l’uomo volo” un viaggio immaginifico in cui si palesano già tutti i temi che poi Rino Gaetano svilupperà nel corso della sua breve ma intensa carriera. Ma la piéce di de Majo rivelerà anche i tanti misteri che avvolgono la vita e soprattutto la morte del cantautore crotonese, nonché i tanti riferimenti a scandali, stragi, complotti e servizi segreti che sono celati dietro l’apparente nonsense delle sue canzoni. Il tutto come sempre accompagnato dalla musica dal vivo dei valentissimi musicisti, tutti di esperienza internazionale che hanno fatto da colonna sonora alle rappresentazioni teatrali di de Majo.
Il cast musicale ha visto infatti protagonisti l’eccellente contrabbassista Joy Grifoni, il violinista Gustavo Gasperini, il percussionista Tiziano Tetro e il pianista, trombettista e cantante Fabrizio Longaroni.
Sono state così inseriti nel testo teatrale oltre dieci richiami alle più belle canzoni di Rino Gaetano dai cui testi l’attore ternano estrapolerà incredibili richiami a fatti inerenti la politica italiana che solo anni dopo quelle canzoni vennero alla luce.
Un Rino Gaetano che da giullaresco artista nonsense superficiale e disimpegnato si rivelerà dunque il più profondo e impegnato dei cantautori italiani, capace ancora oggi, a quarant’anni dalla morte, di parlarci facendoci sorridere e distrarre con il suo stile scanzonato ma al contempo di farci riflettere, come in fondo deve fare sempre il teatro.
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