“Alla proposta dell’azienda di ampliare la tipologia dei rifiuti si oppone il principio della necessità , per la fragilità dell’area di riferimento, di integrazione istruttoria costituita da uno studio sulla salute della popolazione, reso peraltro doveroso anche dallo studio SENTIERI, nella sua integrazione del 2018.
In una visione del territorio ispirata alla tutela dell’ambiente e del paesaggio e in una visione del tema dei rifiuti che porta a ritenere eccessivo l’incenerimento all’esito di una progressiva riduzione degli stessi con altre strategie, appare contraddittorio incrementare la tipologia dei rifiuti da inserire nel ciclo di termovalorizzazione in un’area già esposta e fragile , soprattutto senza il supporto di una adeguata valutazione preventiva dello stato dell’ambiente che possa soddisfare i criteri di inderogabile sicurezza. Non solo la compromissione dell’area di riferimento ma il principio di precauzione che deve guidare ogni intervento sul territorio in una prospettiva integrata di valutazione anche a tutela della salute umana portano, anche sulla scorta delle risultanze istruttorie, a una valutazione negativa della proposta dei temi in discussione, non essendo superabili le valutazioni della USL così da non consentire nemmeno superabile il dissenso esposto.”
Così nei giorni scorsi la regione dell’Umbria aveva dato parere negativo all’ACEA sulla possibilità di ampliare la tipologia dei rifiuti da utilizzare nel termovalorizzatore di Maratta, a Terni.
La notizia era stata accolta con soddisfazione dal sindaco di Terni, Leonardo Latini e dall’assessore all’ambiente Benedetta Salvati che spiegavano: “
“Come amministrazione comunale ci eravamo espressi chiaramente su quella richiesta già nel novembre del 2019. Eravamo convinti allora e lo siamo ancor più adesso, avendo incassato dell’Asl, degli altri enti locali coinvolti e ora anche quello della Regione Umbria, che la conca ternana non può sopportare ulteriore inquinamento. Abbiamo lavorato e stiamo lavorando invece con tutti gli strumenti a disposizione, dalle nuove tecnologie, al PUMS, alla mobilità sostenibile, e sostenendo tutte le iniziative private in questo senso, con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento e di cogliere ogni opportunità, anche a livello di finanziamenti europei e del PNRR per fare di Terni una città all’avanguardia nel risanamento ambientale e nella transizione energetica”.
“Il nostro è un approccio alle questioni ambientali serio e basato sui dati – aggiungeva l’assessore Salvati – sulle normative e su un importante lavoro di studio ed elaborazione, che va dunque ben oltre le manifestazioni di propaganda alle quali abbiamo dovuto assistere in questi giorni, ma che sta raggiungendo risultati concreti a beneficio di tutti i cittadini”.
Ma la paternità del No ad Acea a “termovalorizzare” di più è rivendicata anche dal Partito Democratico: “La città di Terni non può sopportare un’estensione delle tipologie di rifiuti da incenerire nei suoi stabilimenti. Lo avevamo detto nel 2015, insieme al Comune di Narni, quando con Di Girolamo eravamo alla guida della città – spiegano Pierluigi Spinelli segretario comunale PD e Francesco Filipponi capogruppo a Palazzo Spada – Il sindaco Latini non ha fatto che ribadire, su sollecitazione del Partito Democratico, una posizione già chiara e che come centrosinistra abbiamo ritenuto coerente e utile a salvaguardare il benessere dei cittadini e la qualità della vita nel territorio. Oggi la Regione ne prende atto con una delibera che conferma l’impossibilità di caricare la conca di ulteriori rifiuti da incenerire. Condividiamo con la giunta comunale la soddisfazione per la delibera regionale, ma non possiamo che ricordare a Latini che il suo merito si limita ad aver ereditato un percorso già pienamente instradato dai suoi predecessori”.