“AMARSI. L’Amore nell’Arte da Tiziano a Banksy”, a cura di Costantino D’Orazio con la co-curatela e direzione di Anna Ciccarelli, resterà aperta al pubblico ancora per poche settimane, permettendo ai visitatori di vedere accanto alle opere della Fondazione Carit, ulteriori capolavori provenienti da tutta Italia e dalle collezioni d’arte più prestigiose.
Tra queste Venere, Amore e Marte (1633) del Guercino della Galleria Estense di Modena, così descritta da Federica Zalabra nel catalogo della mostra: “(…) vediamo un concentrato Eros nel momento esatto in cui sta per scagliare la freccia. Il bersaglio sono tutti coloro che si posizionano davanti alla tela e soccombono non solo ad Amore, ma parimenti alla bellezza di una pittura dai connotati fortemente sensuali e con una gamma cromatica sapientemente orchestrata, esaltata da una luce da tramonto. Marte, in armatura, ha aperto la tenda dell’alcova ed è lì a ricordare i trascorsi passionali con la fedifraga Venere che gli furono cagione di derisione da parte degli dèi: “Tutti risero e per lungo tempo questa storia fu sulle bocche di tutti per tutto il cielo”. Sono proprio i passi delle Metamorfosi di Ovidio la fonte imprescindibile e inesauribile per coloro che si occuparono di temi d’amore in pittura e in scultura a partire dal I sec.”
La mostra, in corso fino al 7 aprile, vuole essere proprio un omaggio a San Valentinoprotettore degli innamorati e patrono di Terni e racconta l’iconografia del sentimento d’amore nella storia e la sua metamorfosi iconografica nel tempo, affrontando le principali declinazioni di questo tema, che ha attraversato l’arte di tutti i secoli: dalla mitologia greca e romana e le icone dell’amore spirituale medioevale, passando per il recupero dell’Antico in epoca Rinascimentale e la sua trasformazione nel Barocco e lo sguardo nostalgico nell’Ottocento, fino al Novecento che arriva a mettere tutto in discussione.
L’esposizione è accompagnata da un catalogo pubblicato da De Luca Editore con testi di Stefania Auci, Anna Ciccarelli, Costantino D’Orazio, Angelo Mellone e Federica Zalabra.