Si è svolto nella mattinata di oggi a Terni, di fronte alla questura, un presidio con volantinaggio organizzato dalla segreteria provinciale dell’Ugl Polizia di Stato in seguito alle proteste e al malessere mostrato dal personale per il progetto di riordino dei ruoli e delle carriere che, se non verrà modificato, umilierà ancora una volta – secondo la UGL – la dignità professionale delle donne e degli uomini in divisa.
“Questo progetto di riordino – afferma il segretario provinciale Ugl Polizia di Stato Luigi Testaguzza – presenta molte criticità ed incongruenze che, se non verranno corrette, si ripercuoteranno ancor più negativamente sullo spirito motivazionale del personale, proprio in un momento storico in cui, al contrario, servirebbe maggiore attenzione a questi aspetti. Riteniamo – prosegue Testaguzza – che le basi su cui si fonda questo riordino, almeno per la Polizia di Stato, siano solo il frutto di convincimenti ideologici e culturali di un Dipartimento della Pubblica Sicurezza che è fuori dal tempo e lontano dai veri bisogni del proprio personale ed è incapace di cogliere i tanti e forti segnali di malessere lanciatigli dai propri dipendenti”.
La vicenda verrà seguita a Roma dal segretario nazionale Filippo Girella il quale spiega che il riordino delle carriere, per definizione, dovrebbe riordinare e riorganizzare i ruoli secondo i più moderni principi di efficienza ed efficientamento e restituire maggiore dignità professionale al personale e funzionalità all’interno apparato della sicurezza. Per il raggiungimento di questo risultato nella legge delega si parla di apertura delle carriere e, tenuto conto del ritardo nei concorsi che ha paralizzato le aspettative di carriera della base – causando una grave carenza nei ruoli e l’invecchiamento eccessivamente elevato del personale – è più che evidente che il riordino avrebbe dovuto, prima di tutto, porre rimedio a tali situazioni, consentendo anche un riallineamento con i ruoli e le qualifiche delle altre Forze di polizia coinvolte. Il progetto di riordino dei ruoli e delle carriere – conclude Girella – è stato appena licenziato dalla Presidenza del Consiglio. Nelle prossime settimane ci faremo ascoltare dalle competenti commissioni parlamentari, chiamate ad esprimere il proprio parere, nonché da tutti i gruppi parlamentari che sensibilizzeremo al riguardo nella convinzione che un apparato di sicurezza che funzioni e sia efficiente è un diritto primario dei cittadini, soprattutto in un contesto come quello attuale dove a vecchi problemi si aggiungono nuove delicate questioni come quella dell’immigrazione e del terrorismo di matrice islamica”.