“Il Pmal rappresenta una realtà importante, sia in termini occupazionali (con un organico potenziale di 384 lavoratori) che produttivi del territorio, con una funzione di rilievo a livello nazionale, ma attualmente si trova in condizioni di pesante sotto organico. Le rappresentanze sindacali hanno espresso forte preoccupazione per il futuro di questa struttura di eccellenza, come già manifestato più volte anche in passato”.
Lo scrive in una lettera inviata al Ministero della Difesa, Fabio Paparelli, attuale facente funzioni di Presidente della giunta regionale dell’Umbria. Nella lettera Paparelli richiede formalmente la convocazione di un tavolo tecnico che veda coinvolti, oltre ai rappresentanti del Ministero della Difesa e dello Stato Maggiore della Difesa, anche tutte le forze politiche del territorio, gli enti locali, le sigle sindacali e le rappresentanze sindacali unitarie.
“La pianta organica di 384 dipendenti civili – rileva Fabio Paparelli – scenderà a 280 alla fine di quest’anno per arrivare già nel 2022 a 182 unità per effetto dei pensionamenti, provocando non solo la dispersione dell’elevato know-how acquisito dal personale tecnico, ma anche ripercussioni nel settore amministrativo e nei quadri direttivi civili, già impoveriti e sovraccaricati dalla carenza e dal continuo avvicendamento dei giovani ufficiali ingegneri. Senza la realizzazione di un immediato piano straordinario di assunzioni di personale civile, soprattutto dell’area tecnico-industriale, accompagnato da adeguate coperture nella legge di bilancio 2019, che superi quello del fabbisogno triennale, giudicato unanimemente del tutto insoddisfacente, non sarà più possibile scongiurare il ridimensionamento se non la chiusura di questo insediamento logistico”.
“Manca ancora a livello nazionale – sottolinea il Presidente della regione – ogni tipo di programmazione e/o processo di avvio della scuola di formazione presso il Polo di Terni, indispensabile al fine di trasferire, con il contributo dei suoi dipendenti civili, conoscenze ed esperienze a favore dell’Area Tecnico-Industriale della Difesa”. Inoltre, “ad oggi non vi è garanzia di previsione nei bilanci del Ministero della Difesa di adeguate risorse per la spesa corrente in grado di assicurare almeno il funzionamento e l’ordinaria manutenzione dell’Ente, dei suoi impianti e delle sue attrezzature”.
Infine, per quel che riguarda il valore strategico del Polo di Mantenimento Armi Leggere di Terni, esso risiede “oltre che nelle competenze tecnologiche derivanti dalla capacità di manutenzione e revisione di armi costruite da produttori di livello internazionale – conclude Paparelli – anche nel fatto che non esiste alcuna altra azienda nel nostro Paese che possa svolgere analoghe funzioni per effetto delle problematiche inerenti la concorrenza e la cessione di know-how da parte delle aziende produttrici”.