La regione dell’Umbria fa sapere che c’è stata grande affluenza al primo vaccine day di oggi.
“Alle ore 17.30 – è scritto in una nota – circa due ore prima della chiusura dei centri, sono state somministrate 4.247 dosi, vicini all’obiettivo fissato dal Commissario nazionale Figliuolo che prevedeva per l’Umbria 4390 vaccinazioni.
L’affluenza è stata regolare fino alle ore 13.30 in tutti i centri della regione mentre nel pomeriggio si sono formate alcune code legate al fatto che l’adesione era senza appuntamento.
Gli operatori dei punti vaccinali hanno garantito le somministrazioni a tutti, nei limiti delle disponibilità di dosi. Nei casi in cui l’affluenza è stata decisamente superiore alle dosi disponibili, i cittadini sono stati invitati a tornare a casa per evitare inutili attese.”
Nessun riferimento al caso di Terni se non per dire che “sono state effettuate 915 somministrazioni, 546 con Moderna e 369 con Pfizer.”
Il fatto che a Terni, invece, sono state centinaia e centinaia le persone che sono state rimandate a casa per la carenza di dosi ha fatto scattare le polemiche politiche.
Thomas De Luca , consigliere regionale del Movimento5Stelle si domanda “Come si fa a organizzare un Open Day, annunciando a mezzo stampa che sarebbe stato possibile accedere senza alcuna prenotazione, con sole 200 dosi di vaccino? L’assessore Coletto era probabilmente in Veneto e non poteva certo risolvere il problema chiedendo che venissero fornite dagli altri punti vaccinali. Un assessore part-time ma a stipendio pieno, così centinaia di cittadini umbri sono stati mandati via dall’hub vaccinale di Terni. Siamo stati letteralmente subissati di segnalazioni. La Regione Umbria ha il dovere, e non la facoltà, di garantire l’accesso alla campagna vaccinale. A maggior ragione nel momento in cui in maniera ufficiale si impegna offrendo questo servizio e chiedendo ai cittadini di uscire di casa tra il freddo e la pioggia in una domenica di dicembre. Occorre avere più dosi a disposizione ma soprattutto garantire la possibilità del diritto di vaccinarsi a chi si prenota. Invece le scelte sprovvedute della Regione Umbria hanno come unica conseguenza quella di far perdere credibilità allo Stato e sponsorizzare le istanze di chi invece dice che è meglio non vaccinarsi.”
“Quanto accaduto oggi all’hub vaccinale di Terni è inaccettabile – sostiene Alessandro Gentiletti, consigliere comunale di Senso Civico – Quasi duemila ternani si sono messi in fila per ricevere la terza dose del vaccino anticovid ma le dosi disponibili sarebbero state a malapena 250 (fonti stampa). Il sindaco si attivi immediatamente con l’assessore regionale per verificare, avere chiarimenti e pretenda il dovuto rispetto per la nostra città. Occorre avere molte più dosi a disposizione ed intensificare gli open day; occorre che ai ternani sia data la possibilità di prenotarsi e potersi vaccinare a Terni. Servono più risorse e più personale. Servono subito. Nessuno di noi, di qualunque schieramento politico, può consentire che la nostra città sia trattata in questo modo. Vaccinarsi è un diritto.”
“Quello che è successo oggi a Terni con il primo dei due “vaccine day” ha del surreale: a quasi due anni dall’inizio della pandemia, centinaia di cittadini che si sono recati all’hub vaccinale sono stati mandati via nel primo pomeriggio per l’assenza di dosi da assegnare senza prenotazione, come era stato dichiarato – si legge in una nota della segreteria comunale del Partito Democratico.
Se la tensione non è sfociata in manifestazioni violente lo si deve all’intervento delle forze dell’ordine e al senso di civiltà delle persone in fila che hanno mantenuto il controllo dopo aver appreso che le dosi a disposizione erano soltanto duecento, in contrasto con l’incredibile inettitudine e incapacità organizzativa della gestione su tutti i livelli, dalla Regione al Comune.
Con buona pace della Lega, che ha fatto credere ai cittadini che fosse necessario pescare classe politica e dirigente per la sanità in Veneto. La percezione delle problematiche dell’assessore regionale Coletto sembra essere perfettamente in linea con il raffazzonato piano sanitario che questa Regione sta propinando.
Bisogna necessariamente farsi alcune domande, perché è impensabile che si ritenesse che il vaccine day non attirasse centinaia e centinaia di persone. O si sperava in un fallimento? Bisogna chiedersi come è stato possibile un tale caos, perché all’hub di Terni sono state date soltanto duecento dosi e se il Comune di Terni ne era al corrente. C’è un problema di comunicazione tra Palazzo Spada e palazzo Donini, che scaturisce da problemi politici interni o c’è stato del banale lassismo?
Domenica prossima è prevista la seconda giornata vaccinale, per cui chiederemo in ogni sede i dettagli organizzativi, non prima che vengano fatte le dovute scuse a tutte quelle persone in fila al freddo a cui si è causato un forte disagio.”