Si avvicina a grandi passi la sfida con il Catania ed è opportuno riflettere sugli aspetti positivi e su quelli negativi che hanno caratterizzato la partita pareggiata con l’Avellino domenica sera.
Tra i primi ci sono le scelte operate da Fabio Gallo che ci avevano fatto storcere il naso alla vista delle variazioni apportate nella formazione iniziale rispetto alla partita di Cesena. Cambiare due giocatori su quattro in difesa avrebbe potuto significare scompaginare un intero reparto con conseguente perdita in solidità. Ha avuto ragione il tecnico perché sia Bergamelli che Diakite hanno svolto il loro compito egregiamente nelle rare occasioni in cui gli attaccanti irpini li hanno impegnati.
Ha avuto ragione anche nella scelta del sostituto di Palumbo, squalificato, autentico faro illuminante della manovra. La scelta è caduta su Salzano ed anche in questa circostanza il giocatore ha avvalorato la bontà della scelta operata anche se ancora il suo è un ritmo alquanto blando.
Ed, infine, ha avuto ragione sulla scelta di Defendi trequartista, giocatore che aveva condizionato il risultato di Cesena con una condotta da condannare. In pochi credevano che a distanza di pochi giorni Il capitano fosse perdonato e per di più schierato nel ruolo insolito a ridosso delle punte. Il numero 25 ha ripagato la fiducia del tecnico, soprattutto nel primo tempo, con una partita brillante e di aiuto alla squadra con i suoi inserimenti e con i suoi ripiegamenti ad affiancare i compagni del centrocampo. Insomma, un trequartista anomalo ma funzionale al rendimento e all’espressione della squadra.
E veniamo alle note meno positive iniziando dalla sterilità offensiva.
Qualche situazione favorevole in zona gol la squadra la crea ma non riesce a concretizzarla: le due occasioni capitate sui piedi di Defendi sono davanti agli occhi di tutti ma, poi, poco di più. Sul banco degli imputati, si fa per dire, le due punte, Ferrante e Partipilo. Con tutta onestà, però, dobbiamo arrivare alla conclusione che di palloni giocabili per loro ne arrivano davvero pochi; loro si sacrificano, corrono, sgomitano, subiscono falli e forse su quei pochi palloni giocabili non ci arrivano con la necessaria lucidità. E la conclusione è che la Ternana non riesce a far gol e non riesce a vincere una partita da tempo immemore.
Una pecca da sanare al più presto perché se con il Catania può bastare un pari per passare al turno successivo nelle altre partite si deve solo e necessariamente vincere. E per di più anche in trasferta per i nefasti effetti della mancata vittoria contro la Juventus U 23.
E per concludere un auspicio ovvero quello di migliorare la condizione fisica, crediamo che sia un aspetto comune a tutte le squadre impegnate nei play-off, perchè la Ternana è stata sufficientemente in palla per 45 minuti per poi scendere di rendimento nei successivi 48.
Questo, però, è una sottolineatura che va fatta tenendo conto che giocare con una temperatura superiore ai 30 gradi, con un tasso di umidità su livelli insopportabili e dopo tre mesi o quasi di stop è davvero complicato.
Basti pensare che la temperatura era insopportabile anche per chi alla partita vi ha solo assistito dalla tribuna!