Alla vigilia del delicato vertice convocato dal Prefetto di Terni (Paolo De Biagi) che vedrà difronte, oggi, l’amministrazione comunale e le rappresentanze sindacali dei dipendenti, la UIL critica la’tteggiamento dell’assessore alle risorse umane, Sonia Bertocco.”che vorrebbe accreditarsi come colei che finalmente rivoluziona cattive abitudini” e, invece, “perdura con vecchi e stantii metodi, che sembra di non sapere dove mettere le mani”.
La Uil invita poi direttamente il sindaco, Leonardo Latini “a metterci una pezza”.
Lo stato di agitazione proclamato dai dipendenti comunali prevede il blocco delle prestazioni straordinarie e potrebbe creare notevoli disagi alla amministrazione pubblica. Da qui la decisione del Prefetto di convocare le parti nel tentativo di trovare una mediazione e una soluzione alla vertenza.
LA POSIZIONE DELLA UILFPL DI TERNI
Non qualsiasi cambiamento, che poi in definitiva non cambia nella sostanza proprio niente. Anzi. Sarebbe sbagliato relegare il conflitto in atto al Comune di Terni tra dipendenti e amministrazione alla sola mancata applicazione di qualche istituto contrattuale o al mancato pagamento di straordinari ed indennità. No, è molto più profondo.
C’è il pretendere da parte dei comunali (e forse dell’intera città) del cambiamento promesso ma che sia vero, di un miglioramento dei servizi, di una lotta alle spese non necessarie, di una revisione delle esternalizzazioni, di un coinvolgimento dei lavoratori che non aspettano altro di poter fare finalmente e pienamente la loro parte fino in fondo. Ciò però passa attraverso politiche chiare, coinvolgimento, riduzione della burocrazia e delle inefficienze, riorganizzazione vera direzione per direzione, rilancio dei servizi, formazione, mezzi e strumenti, una politica che premi veramente i tanti che meritano e isoli e contrasti finalmente i pochi che non fanno bene il loro lavoro e danneggiano così anche la totalità della categoria. I primi ad essere danneggiati da qualche eventuale “fannullone” sono i tanti che nonostante tutto, ed oltre il dovuto, hanno comunque mandato avanti i servizi in un Comune dove negli ultimi tempi è successo di tutto.
E’ quanto di più distante dalla narrazione che strumentalmente cerca di far passare l’assessore alle risorse umane che vorrebbe accreditarsi come colei che finalmente “rivoluziona” cattive abitudini e contrasta inefficienze e privilegi a cui si opporrebbero i comunali, che pare debbano scontare il peccato originale di essere lavoratori pubblici perché hanno vinto concorsi pubblici. Una narrazione, del resto, neanche originale visto che è stata fatta, con esiti miserabili per i servizi, anche da qualche suo predecessore di diverso colore politico. Appunto, perfetta continuità con il passato.
La verità è esattamente il contrario. Il conflitto nasce proprio da chi, come i dipendenti, vuole finalmente il cambiamento vero che consenta loro di dare il meglio della propria professionalità e diligenza e chi invece, in nome del nuovo, perdura con vecchi e stantii metodi, che sembra di non sapere dove mettere le mani, cosa fare, che in definitiva non sa sviluppare una pur minima “politica” delle risorse umane e definire modalità efficaci di gestione dei servizi. In questi mesi non c’è stato un solo provvedimento che abbia inciso pur minimamente in meglio sui servizi. Ma solo demagogia.
Il rifiuto effettivo del confronto, più che una scelta politica ed ideologica, appare la conseguenza di chi un qualsiasi confronto nel merito dei problemi veri non è in grado di sostenerlo per mancanza di conoscenze specifiche e politiche mirate ed efficaci.
Ci ostiniamo a sperare che questa situazione dipenda essenzialmente dalla “inesperienza” nel settore dell’Assessore delegato e che il sindaco sappia immediatamente metterci una pezza. Non comprendere fino in fondo il senso e il segnale che è venuto all’unanimità dall’assemblea generale del personale sarebbe un grave errore.