Il Comitato di cacciatori 409 ha diffuso un comunicato molto polemico nei confronti della giunta regionale e, soprattutto dell’assessore con delega alla Caccia, Roberto Morroni., proprio nel giorno dell’apertura ufficiale della stagione venatoria 2022/2023.
“Facciamo il nostro più grande ‘in bocca al lupo’ per l’apertura di oggi a tutti i cacciatori umbri, ferma restando l’assoluta inadeguatezza della classe politica regionale nei confronti della nostra passione. Il nostro impegno è che i disservizi di queste ultime tre stagioni non abbiano più a che ripetersi: vigileremo a livello locale minacciando manifestazioni di piazza”.
E’ quanto scrive il Comitato 409, dal nome della direttiva europea “Uccelli” del 1979 che ha condotto alle progressive modifiche della materia “caccia” anche in Italia. Il presidente del comitato, Aldo Tracchegiani, insieme al vicepresidente Danilo Argenti e ai consiglieri Paolo Sciannameo, Lucio Badolato, Mario Cardoni traccia un quadro della gestione venatoria da parte della politica locale a dir poco – secondo loro – desolante, senza risparmiare nessuno.
“Prima ci hanno mozzato a metà la stagione 2020-21 per il lockdown da pandemia, poi ci hanno tolto la preapertura del 2021 cancellando la tortora, il moriglione e la pavoncella dall’elenco delle specie cacciabili; adesso, infine, ci ritroviamo con la situazione paradossale di un’apertura generale spostata da domenica 18 a sabato 24 settembre, senza alcun senso. Tutto questo perché chi doveva prestare attenzione particolare ai pareri dell’Ispra e, soprattutto, approvare per tempo il calendario venatorio regionale onde evitare ricorsi a ridosso dell’apertura, ha dimostrato ancora una volta disinteresse e incompetenza nei confronti del mondo venatorio. Oggi tutta la politica si spertica rilasciando dichiarazioni di solidarietà nei nostri confronti, ma fino a ieri se n’è bellamente fregata: parlano adesso, alla vigilia del voto, ma non sono più credibili”.
Il comitato vanta esponenti che del mondo venatorio fanno parte da molti lustri: “Siamo cacciatori da mezzo secolo, abbiamo assistito alla distruzione di tutto ciò che di buono esisteva in Umbria relativamente alla caccia e alla biodiversità. Ormai i nostri territori offrono condizioni di vita idonee solamente al cinghiale, al capriolo e agli animali opportunisti quali volpe, corvidi e mustelidi.
E gli altri animali stanziali? Tutti di allevamento, quasi sempre di pessima qualità. Soldi dei cacciatori buttati al vento per dei “selvatici” che di selvatico non hanno nulla, e che dopo il rilascio in libertà muoiono di fame o vengono predati facilmente.
La situazione attuale – conclude il comitato 409– denuncia ancora una volta l’inadeguatezza più totale dell’assessore regionale ‘competente’ Morroni, e insieme a lui quella di tutta la giunta regionale visto che a questo assessore continua a dar retta senza che la presidente gli abbia ancora ritirato la delega alla caccia. Pretendiamo che siano i cacciatori a gestire la loro passione, per la quale versano, versiamo, fior di milioni di euro ogni anno nelle casse dello stato e della nostra regione”.