“Una vertenza complicata che parla della dignità dei lavoratori”.
La storia è quella di sei operai della Savit, azienda metalmeccanica specializzata nella manutenzione dei mezzi pubblici controllata da Busitalia a totale capitale pubblico, che svolgono attività di manutenzioni, rifornimenti e pulizie dei mezzi con contratto metalmeccanico che saranno licenziati per poi essere riassunti con un contratto di pulimento multiservizio, quindi fortemente penalizzante e senza alcuna garanzia, dalla Dusman azienda che si occupa di pulizie.
“Noi non vorremmo perdere tutta l’esperienza lavorativa di questi anni, spiega Luca Costantini operaio della Savit, per noi è un tornare indietro almeno di vent’anni. Chiediamo una ricollocazione all’interno della Savit visto che ultimamente stanno anche facendo delle selezioni per assumere apprendisti meccanici, carrozzieri. Non vogliamo essere merce di scambio, vogliamo essere riqualificati”.
Per questo Fiom Cgil Terni e Perugia e Ugl metalmeccanici hanno indetto uno sciopero di 8 ore per lunedì 26 aprile al quale prevedono un’adesione massiccia.
“È evidente che non ci sono reali garanzie sul futuro di questi lavoratori – hanno detto i sindacalisti Alessandro Rampiconi della Fiom Terni, Simone Pampanelli della Fiom Perugia e Daniele Francescangeli dell’Ugl metalmeccanici in una conferenza stampa – per questo, anche insieme al prefetto di Terni, abbiamo chiesto con senso di responsabilità, non di cancellare l’esternalizzazione dei servizi che Savit vuole fare, ma di congelare la situazione di questi lavoratori, almeno fino alla fine dell’emergenza Covid e di valutare una loro ricollocazione, tanto più che la stessa Savit e l’intera Busitalia hanno certamente bisogno di rafforzare i propri presidi”.
La totale chiusura alle proposte dei sindacati e anche alle sollecitazioni del prefetto di Terni ha portato allo sciopero, che sarà preceduto domani dalle assemblee con i lavoratori, che si svolgeranno in contemporanea e in collegamento in tutte le sedi umbre.
“All’azienda deve essere chiaro che lo sciopero di lunedì sarà solo l’inizio – hanno concluso Rampiconi, Pampanelli e Francescangeli – perché è nostra intenzione portare avanti questa vertenza fino alla sua giusta conclusione, ovvero alla garanzia di un futuro per questi lavoratori e di un servizio pubblico efficiente per l’intera mobilità dell’Umbria”.