Lo strascico c’era stato dopo il derby dell’altra domenica dove la Narnese si impose sulla Olympia Thyrus per due a uno alla fine di una gara tiratissima. Tra l’altro il gol dei rossoblù venne proprio negli ultimi sospiri della gara.
C’era però una piccola macchia nera: la Narnese si era portato in panchina Ettore Marchetti, un giovanissimo attaccante che aveva però dei piccoli problemi sul tesseramento, sanati il giorno dopo la gara. Attaccandosi a questa situazione, la società di Sandro Corsi aveva preannunciato prima, e presentato poi, un ricorso avverso al risultato finale. Il giudice si era anche riservato di omologare il risultato aspettando le carte.
Il giudice sportivo aveva letto gli atti e considerato che l’attaccante della Narnese non era entrato in campo nemmeno per un minuto e quindi era stato ininfluente sul risultato di gara, ha rilevato la buona fede della Narnese per un problema meramente formale. Così ha omologato il risultato finale ed ha condannato l’Olympia Thyrus a pagare cinquecento euro alla Narnese che era stata obbligata a mettere un avvocato a tutela della propria correttezza.
Ha scritto, infatti il giudice sportivo: “se il ricorso o il reclamo viene dichiarato inammissibile o manifestamente infondato ovvero se ritiene la lite temeraria, può, con la decisione che definisce il procedimento, condannare la parte soccombente al pagamento delle spese in favore dell’altra parte fino a una somma pari a dieci volte il contributo per l’accesso ai servizi di giustizia sportiva e comunque non inferiore a 500 euro.
Non vi è dubbio che il ricorso appaia del tutto temerario o, comunque, palesemente infondato. Al rigetto del ricorso, pertanto, consegue la condanna della Olympia Thyrus San Valentino al pagamento delle spese in favore della Società Narnese, la quale – di fatto- è stata costretta a costituirsi e difendersi in giudizio. Appare equo, tuttavia, stabilire in misura pari ad €. 500,00 (ossia il minimo edittale) detta condanna”.