La grande muraglia che cingeva il Centro storico ha aspettato cinque secoli per una vera manutenzione. La Soprintendenza Umbra, dopo aver fatto tutto quello che c’era da fare nel perugino, è arrivata a Narni per dare di mano alle Mura. Ha trovato, un paio di anni fa, una ditta affidabile, e man mano si è appalesata quella bellezza sconosciuta.
Sì, proprio un bel lavoro che ha anche naturalmente creato un nuovo percorso, che dal Suffragio arriverà a Via Gattamelata, passando per la riscoperta Porta del Votano, cinquecentesco luogo d’accesso alla città, lasciata ai contadini, perché era via più diretta verso il mercato. Tutto bello, tutto condivisibile anche per il fatto che i lavori hanno demolito la bidonville degli orti, ora costituendo parco cittadino per merito di volontari.
E già ora gli occhi vanno, dalla Provinciale, a vedere quella striscia di sassi ripuliti, splendenti, che daranno una connotazione diversa al panorama della città.
Ma poi, sorpresone: la Soprintendenza non finirà il lavoro e lascerà quaranta metri incompiuti, facendo rimanere tutti di stucco. Una sospensione che si vede nettamente ed è decisamente orrenda: chissà perché anche se ci sarà una qualche ragione, sconosciuta al colto ed all’inclita, ma tutti in attesa di registrarla. Perché viene da pensare che se, per esempio, fosse accaduta la stessa situazione ad Assisi, la Soprintendenza avrebbe fatto il lavoro completo. Ma questa è solo una cattiveria, un luogo comune che dice che l’Umbria del Sud non vale il perugino. Ah, poi manca ancora un piano per sistemare anche la vegetazione che per larga parte continua ad “oscurare” le Mura. No, ad Assisi non gli veniva manco “pe ‘o capo”.