“Riconversione sostenibile del polo chimico ternano-narnese attraverso la valorizzazione sostenibile degli scarti della filiera agricola, investimenti in sviluppo e ricerca nell’industria del settore dei biomateriali e delle tecnologie verdi”.
È questo l’oggetto della mozione depositata dal consigliere regionale Daniele Carissimi (Lega), con l’obiettivo di “promuovere la creazione a Terni della Sustainable Valley già richiamata dal Piano regionale di Ripresa e Resilienza predisposto dalla Regione Umbria. In Umbria e in particolare nell’area ternano-narnese – spiega Carissimi – il settore chimico, storicamente, rappresenta un comparto di fondamentale importanza per l’economia locale, regionale e nazionale” e nel sottolineare le sue “esperienze nel settore del diritto ambientale” ed il suo ruolo di “responsabile del Dipartimento Ambiente della Lega Umbria”, Carissimi osserva come “a seguito della crisi economia del 2008, si è assistito ad una progressiva perdita di valore della produzione che negli anni non si è riusciti ad arginare e che oggi, complici la delocalizzazione, il mutamento degli asset economici trainanti e, non ultima, la pandemia mondiale in corso, restituisce la fotografia di un settore in evidente difficoltà come comprova, da ultimo, la vertenza Treofan”.
Per il consigliere regionale della Lega “sono evidenti le difficoltà di ricollocare le imprese del polo chimico di Terni e Narni sul mercato nazionale e internazionale, che adottano ancora processi produttivi che sviluppano un considerevole impatto sulle principali matrici ambientali del territorio e rispondono ancora ad un modello di economia lineare divenuto desueto. È arrivato il momento invece di cambiare marcia e diventare protagonisti del futuro distinguendosi in un settore, quello ambientale, che è e sarà trainante per attenzione e liquidità. L’Area del ternano-narnese – continua Carissimi – ha da sempre una profonda vocazione industriale unita a una forte spinta all’innovazione, la quale può e deve rappresentare la chiave per superare la situazione di crisi e traghettare le imprese del territorio verso un futuro fondato sulla sostenibilità ambientale e sull’economia circolare, mettendo a sistema imprenditori, enti, Università e associazioni di categoria. Tale cambio di passo – spiega – è possibile solo grazie ad una vera e propria riconversione, in linea con le spinte europee in materia di chimica verde, comprovate dalle previsioni del Recovery Plan appena approvato, nel campo della bioindustria e a seri investimenti nella ricerca, in progetti volti a migliorare l’efficienza nell’uso delle materie prime delle filiere produttive e nelle nuove tecnologie, in costante dialogo con gli attori del territorio.
Il polo ternano – afferma Carissimi – può e deve diventare un modello di sviluppo abile a rilanciare il nostro territorio trasformando Terni nella città dell’industria verde, creando una Sustainable Valley che acceleri il processo di transizione verso l’economia circolare, attraverso la riconversione del polo chimico, il risanamento e la bonifica dei siti industriali presenti in chiave sostenibile, coniugando l’asset industria con il rispetto dell’ambiente, la promozione di iniziative ed investimenti per la creazione di filiere di bioeconomia circolare, integrando in modo particolare la filiera dei biomateriali e quelle del comparto agricolo. L’avvio di progetti di valorizzazione sostenibile degli scarti della filiera agricola all’interno del Polo chimico di Terni-Narni, – aggiunge Carissimi – consentirebbe una riconversione green delle imprese del comparto e produrrebbe i numerosi vantaggi, come il riutilizzo degli scarti con riduzione dei rifiuti prodotti, lo sviluppo di una nuova filiera produttiva con tecnologie verdi e all’avanguardia, la valorizzazione delle professionalità nel comparto chimico, l’incremento della competitività del tessuto produttivo agricolo sia umbro che nazionale, l’integrazione tra i settori chimico, agricolo e della gestione dei rifiuti per creare – conclude – una filiera di prodotti bio con materiali dalle caratteristiche ad alto valore aggiunto e sostenibili”.