Venti bambini e quindici adulti con disabilità gravissima partecipano ai corsi di nuoto gratuiti che hanno preso il via alle Piscine dello Stadio di Terni e andranno avanti fino a giugno.
Il progetto “Crescere insieme” dell’associazione Aladino, che ha messo a disposizione proprie risorse, è stato finanziato dalla Fondazione Carit e dall’Otto per mille della chiesa valdese.
Si è potuto realizzare anche grazie alla disponibilità della Virtus Buonconvento, realtà sportiva impegnata in ambito nazionale nel nuoto paralimpico e non solo, che ha messo a disposizione di Aladino spazi acqua e istruttori qualificati oltre a specialisti laureati in scienze motorie per lo sviluppo delle attività in acqua finalizzate alle acquisizioni delle abilità natatorie.
“L’elemento fondamentale del progetto è costituito dal fatto che i bambini e i ragazzi dell’associazione Aladino e in generale tutti coloro che necessitano di questo tipo di attività – dice Marco Cicconi, responsabile della struttura e allenatore di nuoto paralimpico – possano svolgerla in un contesto sereno, accogliente e inclusivo, tanto da utilizzare gli spazi acqua contestualmente alle lezioni di scuola nuoto, oltre ad assicurare, laddove tecnicamente possibile, l’inserimento all’interno dei gruppi di bambini, sia in autonomia che attraverso il monitoraggio di un insegnante che ne assicura il corretto inserimento nel gruppo di pari. Per permettere a tutti di accedere alla nostra struttura abbiamo fornito le vasche di un sollevatore, oltre a dedicare spogliatoi con lettini e sedie da comodo per l’accesso al piano vasca. Da evidenziare i progressi di alcuni dei bambini e ragazzi che sono stati inseriti nei gruppi di scuola nuoto anche senza operatore dedicato. Il prossimo obiettivo sarà legato alla partecipazione alle competizioni sportive del circuito della FISDIR, federazione paralimpica per la disabilità intellettiva e relazionale”.
“La nostra associazione crede in questo progetto – dice Morena Fiorani, presidente di Aladino – che permette di tutelare la salute delle persone con disabilità attraverso lo sport e garantisce anche la socialità e l’inclusione. Mettendo in campo risorse proprie abbiamo voluto coprire quel vuoto creato dalle istituzioni sanitarie e locali che da anni ormai non offrono servizi riabilitativi adeguati e attività sportive inclusive per bambini ed adulti con disabilità”.