Su quanto accaduto a sinistra nelle recenti amministrative di Terni, interviene Mario Giovannetti, ex segretario provinciale del PD, confluito in LEU ed ex leader della CGIL.
A sinistra regna un “silenzio assordante” , afferma Giovannetti mentre servirebbe un “bagno di umiltà” e l’apertura “ai contributi di quanti, associazioni, movimenti e singole persone interessate”. Soprattutto servirebbe “un passo indietro di ognuno” e l’avviamento di un “confronto senza posizioni precostituite.”
L’INTERVENTO DI MARIO GIOVANNETTI
Le elezioni amministrative del Comune di Terni del 10 Giugno, già precedute da quelle politiche del 4 Marzo, sono state una catastrofe per il PD in particolare, per la sinistra in generale. Da questa consapevolezza bisogna partire per una analisi rigorosa, senza invincimenti e giustificazioni. ALCUNI DATI : IL Partito Democratico nelle elezioni amministrative del 10 Giugno, prende 6336 voti il 12,57% nel 2014 aveva 17.477 voti 30,49%
La Lega nelle elezioni amministrative del 2014 non era presente nel consiglio Comunale oggi prende 14.667 voti 29,09%
Fratelli D’Italia prende 3194 voti 6,33% aveva nel 2014 2432 voti il4,24
Forza Italia prende4667 voti il 9,25% aveva nel 2014 5805il 10,12%
Movimento 5 Stelle prende 12,313 voti 24,42% aveva nel 2014 9983 voti il 17,42
Senso civico prende 2024 voti il 3,90% non era presente nel 2014.
Le altre sigle della sinistra restano tra 0,9% e 1,5%
I dati sono impietosi ed evidenziano un massiccio e generalizzato spostamento a destra dell’elettorato cittadino, in particolare tale spostamento è più marcato nei quartieri popolari tradizionalmente roccaforti della sinistra.
Siamo in presenza di una profondissima rottura nel tessuto connettivo della città, tra le forze della sinistra ed il popolo, decretando in modo inequivocabile e definitivo la fine dell’esperienza storica del centro sinistra al governo della città.
Aggiungiamo anche che questa constatazione si è materializzata anche nelle elezioni politiche del 4 Marzo con la vittoria del centro destra e del Movimento 5 stelle e la conseguente sconfitta del Pd e la nascita del Governo Salvini-Di Maio.
Tutto ciò indurrebbe, prima di ogni altra cosa, a cercare di capire cosa sia successo alla sinistra, al suo radicamento in una città come Terni, città da sempre governata dalla sinistra e dal centro sinistra, tranne la parentesi Ciaurro.
Invece si assiste ad un silenzio assordante, incomprensibile e colpevole,forse perché la sconfitta è stata troppo scioccante e impedisce un sussulto di dignità e di orgoglio e di immergersi in un salutare ed auspicabile bagno di umiltà dopo il quale, riconoscendo gli errori fatti e chiedendo scusa, si sappia aprire come si diceva una volta, una riflessione profonda a tutto tondo,senza rete, aperta e sgombra da logiche di parte e di autoreferenzialità.
Una riflessione vera, aperta ai contributi di quanti, associazioni, movimenti e singole persone sono interessate a dare un contributo con idee e proposte per rimetterci in cammino , per la ricostruzione di una sinistra moderna, plurale e saldamente ancorata ai valori di libertà, giustizia sociale, ed uguaglianza.
Sarà un cammino difficile, irto di ostacoli ,ma anche esaltante.
Quanto accaduto a Terni ed in tante altre realtà del paese, non può essere ricondotto ad un singolo problema, oppure a semplificazioni del tipo: la sinistra ha governato male, oppure la sinistra ha tradito gli operai.
Non c’è dubbio che la sinistra alla prova decisiva del Governo nell’era della globalizzazione e della finanziarizzazione dell’economia abbia fallito proprio sul delicato ed imprescindibile compito di una forza autenticamente di sinistra , cioè quello di impedire che la crisi si scaricasse, come purtroppo accaduto, sui ceti più poveri della popolazione ampliando drammaticamente il divario del benessere tra una fetta ricca ed agiata minoritaria e la stragrande maggioranza del popolo.
Così come aver favorito anche con provvedimenti legislativi sbagliati e campagne denigratorie contro i soggetti intermedi della società, in primis le organizzazioni sindacali, lo spostamento di potere verso l’impresa a discapito del lavoro e il rompere quell’equilibrio che aveva,anche con difficoltà, caratterizzato le relazioni industriali nel nostro Paese, è stato un errore.
Così come a Terni dove un progressivo ed anacronistico rilassamento e ripetuti rinvii su scelte importanti e decisive da compiere, nel pieno della crisi economica, dei ripetuti tagli del Governo ai trasferimenti agli Enti Locali, dell’aggravarsi della tenuta finanziaria del Comune, hanno finito per isolare l’amministrazione comunale che, chiudendosi erroneamente nel fortino, ha determinato una vera e propria cesura con la stragrande maggioranza della popolazione.
Aggiungiamo l’incredibile ed irresponsabile contrapposizione tra le correnti interne al Partito Democratico che hanno finito per oscurare una pur difficile capacità di governo di una amministrazione alle prese con problemi giganteschi sul terreno economico, sociale ed istituzionale.
Sono questi argomenti forti e convincenti da indagare con puntualità ed analisi rigorose, ma non è sufficiente per spiegare il crollo drammatico della sinistra a Terni, in Umbria e nel Paese; io credo che ci sia di più, molto di più, che forse non riusciamo neanche a capire con letture ed analisi superate, che non tengono conto dell’enorme peso che rivestono nel mondo globalizzato fenomeni dirompenti come l’immigrazione, la sicurezza, la povertà, l’assenza di lavoro,la sfiducia verso le istituzioni e i partiti.
Di fronte a tutto ciò io non ho ricette miracolistiche da proporre, quello che mi sento da suggerire molto sommessamente, se veramente si vuole rilanciare una proposta politica ancorata ai valori della sinistra, in forte discontinuità con le esperienze sin qui realizzate, è questo: ognuno faccia un passo indietro, sgombri il campo, e si avvii un confronto aperto senza posizioni precostituite, capace di delineare i tratti fondamentali di un progetto politico programmatico per il futuro della città.
SOLO DOPO, EVENTUALMENTE, SI DISCUTERA’ DI ALLEANZE E DI LEADERSHIP.