“Quando si fa una gara e non si vince non si può essere né soddisfatti né felici , detto questo, dobbiamo valutare perché non si è vinto e in questo senso penso che abbiamo presentato un dossier convincente, la commissione ha giudicato la qualità di tutti i dossier delle città arrivate alla fase finale, evidentemente non siamo riusciti a spiegare bene alla commissione quale era il cuore del nostro progetto; non era un progetto fatto di interventi infrastrutturali, né di eventi, era un progetto fatto di metodi di lavoro per sviluppare le capacità che questa città ha di investire sulla cultura; per semplificare, era più un progetto sui metodi che sugli eventi, probabilmente questo non siamo riusciti a spiegarlo bene”.
Spiega così la mancata nomina di Terni quale capitale della cultura italiana per l’anno 2017, l’assessore Giorgio Armillei.
Secondo Armillei non hanno affatto inciso sul giudizio dato dalla commissione le criticità che attraversa la città: dallo stato della biblioteca comunale, alla situazione del Teatro Verdi, ai festival che vengono a mancare: “la commissione giudicava, i dossier, i progetti; che noi si sia in difficoltà in determinate situazioni non era oggetto di giudizio da parte della commissione, ciò non toglie che siano problemi che dobbiamo cercare di risolvere”.
Su una eventuale ricandidatura di Terni l’assessore è stato molto cauto: “aspettiamo di vedere le integrazioni al bando annunciate dal ministro Franceschini”.
Secondo l’assessore Armillei, comunque, “valeva assolutamente la pena tentare”.