Una coppia di angeli del Cinquecento in legno dorato e policromo, realizzata da un artista toscano, è stata sequestrata dai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Perugia. L’attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Terni, ha portato al recupero delle due sculture presso un deposito di spedizioni di Marghera (VE), poco prima che fossero trasportate all’estero per essere vendute all’asta. I beni culturali presi in custodia dai militari del Reparto specializzato dell’Arma fanno parte di un più cospicuo “bottino” composto da vari beni d’arte sacra, rubati nella notte fra il 30 maggio e il 1° giugno 2001 dalla Chiesa di San Michele Arcangelo di Monzambano, in provincia di Mantova.
I Carabinieri TPC sono stati coinvolti grazie alla segnalazione dell’Ufficio Esportazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Verona, Rovigo e Vicenza, interpellato per valutare la richiesta di rilascio della licenza di esportazione avanzata da una ditta veneta specializzata nel trasporto e nella spedizione di opere d’arte. La chiara funzione devozionale dei manufatti, l’epoca di realizzazione e la pregevole lavorazione, hanno indotto un controllo più approfondito da parte dei militari specializzati dell’Arma. Le immediate verifiche svolte nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, il più grande database di beni culturali rubati esistente al mondo gestito dal Comando TPC e il confronto con la documentazione fornita dall’Ufficio scaligero del Ministero della Cultura, hanno permesso agli investigatori di ottenere il cosiddetto “link positivo”.
L’inequivocabile compatibilità fotografica fra i beni rubati con quelli presentati per l’esportazione, risultati nella disponibilità di un antiquario orvietano indicato al momento come ‘possessore in buona fede’, ha spinto i Carabinieri a richiedere un provvedimento urgente di sequestro, emesso dall’Autorità Giudiziaria ternana, che ha prontamente impedito la probabile dispersione delle due sculture attraverso il loro trasferimento all’estero. L’esecuzione del decreto, avvenuta presso il deposito della laguna veneta, ha permesso di recuperare le sculture ancora imballate e pronte per essere trasferite presso una nota casa d’aste europea. Gli “Investigatori dell’Arte” cercheranno ora di ricostruire la catena dei vari passaggi di mano delle opere con l’obiettivo di risalire, attraverso l’individuazione del ricettatore, anche agli autori del furto, nonostante il notevole periodo di tempo trascorso.