Fra i tanti occhi che ricorderemo di questa celebrazione di addio a Sanderson Mendoza, quelli della giovane fidanzata Alessandra, occhi smarriti, rossi di lacrime, persi nel vuoto di un dolore che non possiamo nemmeno immaginare. Più di quelli dei genitori “costretti” a parlare, a salutare, abbracciare, quanti volevano loro dimostrare, affetto e vicinanza. “Nessuno di noi avrebbe voluto essere qua” ha detto giustamente il sindaco Bandecchi al papà del giovane e tutti avremmo voluto che oggi Sanderson, nome poi italianizzato in Sandro, fosse al suo posto di lavoro, insieme ai colleghi, in acciaieria. Ma, purtroppo, non è così. Il corpo martoriato di Sanderson è chiuso in una bara di legno. L’ennesima vittima di un incidente sul lavoro. Un’ingiustizia troppo grande per chi esce di casa per guadagnarsi da vivere e non fa ritorno a casa. Addio a tutti i sogni, quelli di costruire una famiglia e magari di avere dei figli. Niente di tutto questo per il bellissimo Sanderson che non aveva compiuto ancora 26 anni. Era nato in Equador, infatti, il 18 agosto 1998 e aveva raggiunto i suoi genitori , che nel frattempo si erano trasferiti a Terni, all’età di 4 anni, nel 2002. Amava Terni, città che considerava “casa sua”, ha detto il celebrante, tanto che, quando i genitori avevano deciso di tornare in Equador, lui aveva scelto di rimanere a Terni.
Sanderson si era battezzato Testimone di Geova nel 2013 quando aveva quasi 15 anni ma non era più un membro attivo. “Lo vogliamo ricordare con quel bel sorriso che lo caratterizzava, voleva bene a tutti”. “Ci rattrista particolarmente che la vita di Sanderson sia stata spezzata nel pieno vigore giovanile e che un genitore possa immaginarsi mai di assistere al funerale del proprio figlio”. Ai quali genitori, “Dio-Geova deve dare la forza di cui hanno bisogno per poter continuare a sopportare questo dolore in attesa del momento in cui le sofferenze e la morte non ci saranno più”.
I genitori, la fidanzata Alessandra, la sorella Evelyn “ringraziano tutti per la vicinanza e il sostegno”.
“Ci rendiamo conto – è stato ancora detto – che in questa occasione ci sono sentimenti contrastanti, dolore, rabbia, tristezza e collera per quanto è successo ma, chiunque abbia qualcosa da dire ai genitori, lo faccia a livello personale”.
Nella sala del regno, gremitissima, tute blu, tanti amici e anche l’amministrare delegato di Ast Dimitri Menecali, il direttore del personale dello stabilimento, Giovanni Scordo. La regione era rappresentata ai massimi livelli con la presidente Stefania Proietti che si è a lungo intrattenuta con i genitori. Presente il sindaco di Terni Stefano Bandecchi che ha portato a spalla il feretro fuori dalla sala. Visti anche gli assessori Sergio Cardinali e Marco Schenardi, la presidente del consiglio comunale Sara Francescangeli, il consigliere comunale Guido Verdecchia, la parlamentare Anna Ascani.
Sanderson sarà sepolto nel cimitero di Terni.