Una conferma della bontà del “giacimento d’acqua che sfocia nel Nera all’altezza di Stifone, e della possibilità di adoperarla, la rilascia Roberto Nini, storico ma anche, per lavoro, conoscitore degli aspetti geologici del territorio a cominciare dalle fonti lungo le Gole. “Ai tempi, una decina di anni fa, si portarono a compimento una serie di analisi relativamente a quell’acqua che sbocca in grande quantità: era, ed è, ‘pesante’ – dice Nini – ed avrebbe bisogno di essere trattata in vasche di decantazione o con altro sistema prima di essere usata come potabile. Ma dal momento che allora tutto c’era tranne che la siccità, si è pensato di soprassedere ben sapendo che sarebbe tornata comoda quando quella ‘potabile’ sarebbe scarseggiata. Ecco, ora pare proprio il momento”.
Tra l’altro un suo utilizzo quale acqua per agricoltura non avrebbe nessuna necessità indotta. L’acqua, che cala dal Monte San Pancrazio, apre una sorta di sifone dalle parti di Taizzano, da dove si sente il suo scorrimento impetuoso.
“Di sicuro è l’ora di predisporre una serie di studi fatti da tecnici indipendenti per verificarne la potenzialità – dice ancora Claudio Ricci, il consigliere che l’ha riportata d’attualità – e magari impegnare pure il Consorzio di Bonifica del Tevere – Nera che ha finanziamenti e competenza”.