Un luogo che è passato da fabbrica a desolazione, a deserto. Il sito che una volta ospitava la sezione chimica della Società Terni, a Nera Montoro, è un monumento a quello che fu, un’industria, un fiore all’occhiello. Non solo ma è anche possibile entrarvi, senza incontrare nessuno e già c’è qualcuno che l’adopera come abitazione di fortuna. Doveva essere… ma non è stato. Doveva essere la rinascita dell’industria sotto le insegne di Stefano Neri, imprenditore polivalente che in un certo momento aveva anche occupato all’interno del sito trecento lavoratori nelle sue tante, varie attività. Poi in tanti si sono persi sulle sigle, su fusioni, nuove iniziative. Che però per una gran parte hanno portato un curatore fallimentare, perché le cose non sono andate bene per niente. Ad un certo momento, ma potremmo anche incorrere in qualche inesattezza, emendabile, tutto è passato sotto la grande volta di Algowatt, trasferita come sede sociale a Genova ma non sembra essere servito dal momento che c’è il curatore fallimentare a disporre dell’area, diciotto ettari industriali sede della vecchia fabbrica chimica. E dalle voci sembra che proprio il liquidatore abbia voglia di chiudere alla svelta una partita che altrimenti diventerebbe complessa, come dire che qualche richiesta per entrare nel sito c’è, anzi più d’una. Si vedrà.
Qualcosa dopo lo svanire del grande sogno di Stefano Neri è rimasto, come la Bodige, iniziativa innovativa, oppure la Purify, che lavora alla bonifica della falda idrica, compromessa dopo settanta anni di chimica; e la Narti, operatrice del recupero, oppure ancora la Engie, che “immagazzina” energia per poi rimandarla nella linea ad alta tensione: ha impianti che accumulano ben 25Mw. Poi c’è la Terni Energia progetti che ottimizza gli impianti fotovoltaici. E il biodigestore che raccoglie la frazione umida della provincia. E la “Italeaf Re” nata per dare l’acqua industriale all’Alcantara. Tra tutte le imprese, nonostante le tante sigle, si arriva a malapena a una trentina di lavoratori e tanta puzza, specie in passato. Pochi, troppo pochi per le aspettative, per come era iniziata l’impresa e per la grande area industrializzata, che si trova, giova ricordarlo, a bocca di stazione ferroviaria con tanto di raccordi che entrano nello stabilimento e ad un chilometro dall’ingresso della superstrada per Orte: che potrebbe servire di più!
Ora tocca al curatore cercare e trovare nuove iniziative dando per scontato che l’Eni, già proprietaria dell’area non voglia più sentir parlare di Nera Montoro. E toccherà proprio a lui confrontarsi coi comitati spontanei che guardano con grande attenzione a quello che verrà, insieme al Comune di Narni. Dice l’assessore Marco Mercuri: “Dobbiamo andare avanti e far diventare quell’area la sede di nuove imprese, delle startup innovative. Il Comune è disponibile a qualsiasi incontro con chi ha la titolarità dell’area per muoversi in questa direzione. E comunque no a stoccaggi e lavorazioni di rifiuti, sì, invece a nuove tecnologie non impattanti”.