Alla fine sembra che la recita non si possa fare perché non c’è il tempo di prepararla a dovere: ci vorrebbero ore ed ore di prove e quindi, nel rispetto delle varie culture, non si fa niente. Del Natale cristiano non si parla. Ma siamo sicuri che questa è una strada da percorrere per rispettare “le varie culture”? C’è forse bisogno di un allestimento hollywoodiano per dar modo a tutti i bambini di conoscere? Gli operatori scolastici, anche quelli messi nel mirino dall’assessore leghista all’istruzione, convengono che basta poco: una canzone, una poesia, una vecchia tenda messa per mantello, un gesto qualsiasi per rendere vivo un clima, illustrare una tradizione che, d’altra parte, non è solo italiana: perché sopra la casupola del presepe non sventola mica il tricolore, ma c’è una stella cometa che indica la via, la strada da seguire e che invita anche a spostarsi, a conoscere. Appunto.
Quel che non si capisce davvero è perché un argomento così serio – lo scambio di conoscenze – diventi occasione per salire sulle barricate, per rispolverare divisioni e polemiche politiche, per dare – in questo modo sì – un cattivo esempio e diffondere un cattivo insegnamento.
Sarà pure vero che nella scuola non c’è tempo di allestire una recita per più di una volta all’anno, ma nessuno vieta di metter su un’occasione semplice per illustrare ai bambini le diverse religioni e le diverse tradizioni culturali. Perché non celebrare, a suo tempo, la nascita del Cristo e all’altro “suo tempo” quella di Allah? O di Budda? Chi si sente cristiano o mussulmano o buddista avrebbe almeno la possibilità di sapere come e cosa pensano gli altri e magari capirne la diversità che diverrebbe per tutti arricchimento. Sarebbe per di più l’occasione di insegnare ai bambini le differenze, a considerarle solo come tali senza pensare nemmeno che qualcuna sia migliore o superiore alle altre, favorire la comprensione. Perché è sempre la conoscenza quella che aiuta a superare i settarismi, le prese di posizione radicali. Chissà, forse tutti saremmo più comprensivi, più tolleranti e consapevoli. E quindi più civili. Perché tanto per dirne una, per Halloween tanti problemi nelle scuole non ci sono?