EY Human Smart City Index 2022, giunto alla sesta edizione, classifica le città italiane in base al loro processo di trasformazione in città “a misura di persona”.
Analizza le 109 città capoluogo di provincia, classificando il loro sviluppo in termini di investimenti e iniziative del territorio da un lato e comportamenti dei cittadini dall’altro, sui tre assi strategici della transizione ecologica, della transizione digitale e dell’inclusione sociale.
Dal report di EY emerge che le città dell’Umbria si posizionano al 7° posto nella classifica regionale delle città “a misura di persona”, con Perugia al 31° posto (stabile rispetto alla scorsa edizione) e Terni al 53° (in flessione).
L’Umbria appare più forte nei comportamenti dei cittadini (6° posto) che non nella readiness delle amministrazioni (9° posto). Appare molto forte per transizione ecologica (4° posto) e transizione digitale (5°), ma mostra segnali di debolezza in termini di inclusione sociale (dove si piazza solo al 16° posto).
Soprattutto Terni investe poco in innovazione ma i cittadini, grazie soprattutto alla dimensione contenuta, sviluppano comunque comportamenti virtuosi, come se anticipassero le iniziative del comune e degli altri stakeholder.
Milano si conferma la città in cima alla classifica sia per readiness sia per comportamenti dei cittadini. Seguono Bologna e Torino.
“La domanda di città “a misura di persona” sta emergendo in maniera molto forte – commenta Andrea D’Acunto, People Advisory Services leader di EY in Italia – e anche le aziende si trovano a dover comprendere e gestire l’impatto dei nuovi trend urbani sui loro dipendenti: lo smart working, una nuova visione del lavoro e dei valori a esso legato sono la parte più evidente, ma la maggiore attenzione all’ambiente, il desiderio di spostamenti più sostenibili e un miglior bilanciamento tra lavoro e vita privata sono trend irreversibili. Le città che saranno più capaci e più veloci nel riprogettarsi e nel riqualificare gli spazi residenziali e di lavoro diventeranno più attrattive. La Human Smart City è la città che (ri)progetta infrastrutture e servizi coniugando centralità della persona, innovazione tecnologica e sostenibilità e rappresenta un’opportunità sia per le aziende sia per le amministrazioni locali di attrarre lavoratori e cittadini”.
Nell’attuale contesto, tra gli obiettivi di impatto sociale che le aziende si trovano a perseguire, il contributo alla sostenibilità dell’ambiente urbano in cui operano diviene fondamentale: il vivere in una città più “a misura di persona” può rappresentare un fattore distintivo e una parte importante della gestione del capitale umano e le aziende possono giocare un ruolo determinante nel rendere le città in cui operano più a misura di persona.
“In questo particolare contesto storico, conclude D’Acunto, le città non devono investire soltanto in infrastrutture e servizi, ma anche e soprattutto nell’ascolto dei cittadini e dei lavoratori. La componente sociale è diventata centrale anche nella competizione tra le città per l’attrazione di aziende e talenti. Le nuove relazioni tra città e aziende devono essere reimpostate mantenendo le persone al centro”.